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PRESENTATO A MILANO IL LIBRO «I FOLONARI: UN’ANTICA STORIA DI VINI E BANCHE» DI EMANUELA ZANOTTI

Milano, 14 aprile 2014. Il libro «I Folonari: un’antica storia di vini e banche» di Emanuela Zanotti (Prefazione di Giovanni Bazoli, Mursia, 2015), è stato presentato ieri a Milano alla Fondazione Corriere della Sera.

Sono intervenuti :
Giovanni Bazoli
Paolo Corsini
Ferruccio de Bortoli
Massimo Mucchetti
Emanuela Zanotti
Con il coordinamento di Luciano Ferraro.

In libreria in questi giorni, il volume è l’appassionante racconto di una dinastia imprenditoriale e di un’impresa vinicola che attraversa due secoli, l’Ottocento e il Novecento. Una famiglia fregiata di ben cinque cavalierati del lavoro, cinque generazioni che hanno lasciato sul territorio un’orma indelebile di attitudine imprenditoriale e il messaggio umanissimo di una filosofia vincente del fare impresa. Il volume corredato da un ricco apparato iconografico è, allo stesso tempo, storia di un’impresa famigliare e cronaca economica e sociale di un Paese.

ALBERTO FOLONARI, EMANUELA ZANOTTI

 Le testimonianze dirette dei Folonari, mescolando ricordi privati alle esperienze lavorative, ricompongono la storia di famiglia attraverso una straordinaria galleria di ritratti. Il capostipite, Lorenzo Folonari, nato a Cepina di Bormio in Valtellina nel 1729, ciabattino, trasferisce la famiglia in Val Camonica culla di una stirpe di imprenditori che legherà in modo indissolubile il proprio nome all’imprenditoria bresciana, dapprima attraverso il commercio, poi con la produzione di vino e, infine, promuovendo istituti di credito. Luigi (1819-1902) segnerà la svolta: alla fine dell’ Ottocento i Folonari scenderanno dalla Valle a Brescia dove verrà aperta la prima sede della ditta.

 Francesco (a sinistra) e Italo Folonari a Gardone il 1° ottobre 1925

Sono Italo e Francesco, figli di Giovanni (1822-1887), i protagonisti agli inizi del Novecento della grande espansione del Gruppo. Diversi per stile e carattere, Italo sofisticato gentleman e laico convinto, Francesco, cattolico fervente, sobrio e pacato, sono complementari negli affari così come negli ideali: vinicolo puro il primo, amministrativo e finanziario il secondo. Insieme costruiscono la grande impresa del vino che in breve tempo si consolida; dopo aver acquisito nel 1911 la Chianti Ruffino in Toscana anche il Sud conoscerà la sua rinascita in Puglia, terra segnata dalla distruzione fillosserica. Nel 1920 con l’acquisizione della Freund Ballor, l’azienda vermouthistica consoliderà la sua fama. Francesco è fondatore a Brescia nel 1888 della Banca San Paolo mentre il fratello Italo verrà nominato nel 1926 vicepresidente del Credito Agrario bresciano, carica che rivestì sino al 1942, tracciando il doppio binario dello sviluppo: vini e banche. Italo e Francesco incarnano la matrice liberale e cattolica a cui si deve un costante impegno sociale. Attività di mecenatismo culturale e una riservata quanto importante filantropia: la costruzione della monumentale chiesa di Ludriano, la donazione al Movimento dei Focolari della sede di Loppiano e la creazione a Brescia di una provvidenziale fondazione di assistenza ai minori indigenti.

Tutto il Novecento è caratterizzato dalle figure di spicco degli eredi: Luigi, Giovanni detto Nino, Guido, Antonio, Francesco jr., Italo jr, Ambrogio, Marco, Paolo e Alberto che lasciano tutti indistintamente, un segno nell’azienda. La storia dei Folonari si intreccia con le grandi vicende del Paese: antiaustriaci nel periodo risorgimentale, in prima linea durante la Grande Guerra e nella crisi del 1929 e protagonisti della rinascita nel secondo Dopoguerra. La ricostruzione parte dal sud, dalla Puglia, dopo lo sbarco degli alleati grazie all’ingegno di Tito Juffmann, gli stabilimenti Folonari producevano la “Lacrima d’oro” liquore preferito dagli americani. Mentre al nord tutte le cantine di Brescia, Cambiano, Pontassieve non erano che un ammasso di macerie, nel 1945 a Barletta Juffmann consegna nelle mani dell’ingegner Nino il ricavato delle vendite della “Lacrima d’oro”, 350 milioni di lire. La grande impresa del vino al nord poté così ripartire grazie al sud. Negli anni del dopoguerra con il boom economico, con i nuovi stili di vita e di consumo alimentare i Folonari affrontano nuovi sistemi di produzione: «il vostro vino quotidiano» – lo slogan delle prime campagne pubblicitarie – segna nell’Italia del boom economico una trasformazione delle consuetudini in un mercato che era in rapida evoluzione. Perseguendo lo spirito di Italo e di Francesco, che avevano intuito quanto l’affermazione del prodotto partisse dal vigneto, la famiglia continua nello sviluppo del settore agricolo e a poco a poco le proprietà si estendono con l’acquisto di nuovi vigneti e cantine nelle zone del Chianti. Nel 1974 il fiasco viene sostituito da un’elegante bottiglia “Fiorentina”e la stampa statunitense commentò: «Another tradition goes». Nel 2000 dopo più di un secolo di lavoro collettivo la famiglia prende la decisione di separarsi e seguire distinti progetti e razionalizzazione delle attività. Ma la sesta generazione, forte dell’attaccamento alla terra sembra ben determinata a riappropriarsi dell’antica tradizione di famiglia. La storia dei Folonari continua dunque con nuovi protagonisti.

Note sull’autrice

Emanuela Zanotti si dedica dagli anni Ottanta al giornalismo culturale e nel 2007 le è stato conferito il premio giornalistico «Attilio e Ada Carosso». Nel volume Io donna e madre (2002) ha raccolto le voci di donne celebri sul tema della maternità, mentre Il solco della memoria (2007) ha segnato il suo esordio nella narrativa. Con Il sorriso Benedetto (2007) ha narrato un intenso pellegrinaggio nella terra d’infanzia di Joseph Ratzinger e nel 2013 ha ripercorso le tappe della giovinezza di Giovanni Battista Montini in Quando Paolo VI era bambino. Ha pubblicato inoltre la biografia di Giuseppe Beretta, a cura della Fondazione CAB di Brescia (2010), e con Mursia il romanzo Il cielo di San Lorenzo (2014).

Pagine 208 – Euro 36,00

Redazione

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