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Proverbio: Aprile fa il fiore e maggio si ha il colore

Libri: “STORIA DI UN GOMITOLO” di Samuele Valentino

di Principia Bruna Rosco

(mi-lorenteggio.com) Milano, 7 giugno 2022 – Il 31 maggio 2022, nella Sala dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia -Via Gorizia 9/b di Milano, lo scrittore Generale Samuele Valentino ha presentato un divertente e interessante libro adatto a ragazzi e adulti che parla della fanciullezza, dell’età che più in fretta svanisce, quella che lascia un segno indelebile per il resto della nostra vita.

Hanno dato il benvenuto Marco Scavone, Presidente dell’Associazione Marinai d’Italia e il Generale Camillo de Milato Presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi il quale ha salutato i convenuti e tratteggiato lo spirito professionale e collaborativo del Generale nel periodo di Comando presso l’Ospedale Militare, nonché l’originale propensione dell’autore alla scrittura creativa. “L’Autore esprime la sua profonda sensibilità e conoscenza nel rivivere i suoi ricordi e li esprime nella metafora del gomitolo che chiude in sé grandi ricchezze. Lo scrittore – ha continuato de Milato – rivolgendosi a un ragazzino attento e curioso, di fatto ci trasmette messaggi stimolanti per quegli adulti che hanno perso la capacità di mantenere vivo il loro essere fanciulli”.

Hanno dialogato con l’Autore il giornalista e scrittore Agostino Picicco, lo scrittore Giuseppe Selvaggi, studioso di tradizioni popolari e lo speaker radiofonico Paolo Chierico.

 “E’ un testo profondo e articolato – come riportato da una recensione dell’editore – – che stimola l’infanzia e gli adulti, stimolando le varie generazioni che non parlano più lo stesso linguaggio. Geremia – commenta Picicco – srotola il suo gomitolo e ci racconta di tanti giovani protagonisti e le loro storie: Giosuè, che da bambino amava i numeri ne divenne schiavo; Cesarino, inebriato dalla bellezza della natura, voleva conoscerne l’artefice; Cosimino, già filosofo, si rivede nel bambino che amava i palloncini colorati; Carolina ha solo otto anni quando arriva la pandemia e le sue domande sono quelle di un’adulta attenta e riflessiva; Sofia e Veronica, figlie del proprio tempo si incontrano e si rivivono attraverso i social; Margherita ama viaggiare così come Athena e Kairos…e poi altri e altri ancora. La varietà degli argomenti e lo stile “senza età” ne fanno un testo veramente non comune. In questi racconti troviamo tutti noi, tutte le età, tutto un mondo racchiuso in un gomitolo dove il mondo del bambino e il mondo dell’adulto si guardano allo specchio, si incontrano, si cercano”.

Il filo rosso che porta dalla vita del bambino a quella dell’adulto disegna una parabola – afferma Giuseppe Selvaggi – poi diventa una matassa, infine un gomitolo. Tutto è circolare come un gomitolo, proprio come il mondo, come il ciclo della vita. Un contenitore che racchiude e mescola, che ha tanti fili e tante storie. Storie che riportano tutte all’essere bambini, all’essere adulti: e la nostalgia dell’essere stati bambini e la realtà dell’essere adulti si incontrano in assoluta armonia quando si tengono per mano. Solo così si tramettono i loro segreti, proprio come il bambino e il nonno che passeggiano nel parco”.

Il libro è un viaggio all’interno dell’io bambino dell’autore – afferma Paolo Chierico – è un viaggio nei ricordi, nella fantasia, nei luoghi dell’infanzia, nei luoghi della mente, nell’essere stato bambino e nell’avervi dovuto rinunciare. Quel bambino ha un privilegio, una peculiarità, fa domande, sempre più mirate, sempre più improvvise, sempre più destabilizzanti. E’ ciò che non fanno più gli adulti…. I racconti sono per ragazzi e per adulti – continua Chierico – Tutti potranno riconoscersi nei racconti e nel “Pensiero Bambino” che li collega e pervade.

  • I racconti sono autobiografici? – chiedo all’Autore.
  • No, i racconti sono tutti di fantasia – afferma il Generale Valentino – tranne uno (“storia di un gomitolo”), unica concessione al mio ego dal quale ho tratto il titolo al libro”.
  • Perché hai intitolato questo libro Il gomitolo? – gli chiedo ancora.
  • Perché il gomitolo è un contenitore ideale di storie, perché contiene il filo rosso da cui tutto parte e che tutto collega. E il filo rosso sono proprie le domande dei bambini poste prima di entrare nel mondo degli adulti. È il caso di dire “C’era una volta…e forse c’è ancora un mondo magico”, nei cui vicoli abita solo il “Pensiero Bambino” che proietta l’innocenza delle domande verso il muro della realtà.
  • Quanti sono i racconti? – gli domando.
  • Sono quindici – mi risponde – nati dalla relazione indissolubile adulto-bambino. Il punto privilegiato di osservazione è proprio il mondo del bambino, un bambino che non si accontenta più delle favole ma che non è ancora in grado di capire tutto, per questo fa domande.

Ecco l’indice dei racconti e le tematiche trattate

1)Storia di un gomitolo (autobiografico e contenitore di tutti i racconti)

2)I conti di Giosuè (il rapporto con il denaro)

3)Un pittore sconosciuto (la curiosità, la bellezza della natura)

4)Un palloncino colorato (il senso della festa, la libertà di pensiero)

5)Il mondo degli adulti (le bugie degli adulti e i rimedi dei bimbi)

6)Un’ amica ritrovata (la comunicazione social e le nuove relazioni)

7)Un problema di coscienza (la scoperta del dolore)

8)Una bambina che voleva viaggiare (il viaggio come obiettivo di conoscenza)

9)La tradizione della casa (la nostalgia, il legame con la famiglia e con le radici)

10)La ruota del tempo (l’educazione come chiave di maturità)

11)Una bambina che voleva insegnare (l’insegnamento come conoscenza da condividere)

12)Il gioco del nespolo (la scoperta del primo amore accanto a un albero testimone)

13)Il treno dei desideri (Milano-Roma): il caso (la casualità di un incontro)

14)Il treno dei desideri (Roma-Milano): il cuore (l’attrazione giovanile tra poesia e prosa)

15)Il segreto dello scrigno (custodia e richiamo delle emozioni contenute nel gomitolo e custodite in uno scrigno misterioso).

Sia per i contenuti che per lo stile l’Autore insegna a vivere pur senza darlo a vedere.

Mi pregio trascrivere ciò che con questo libro l’Autore ha inteso comunicare:

IL MONDO DEL BAMBINO E IL MONDO DELL’ADULTO”

“Il mondo del bambino porta l’innocenza, il mondo dell’adulto porta la saggezza. L’innocenza e la saggezza si attraggono, ma la storia di questo incontro è ostacolata da un muro: la disillusione che segue alla visione della realtà e alla ricerca della verità.

Il bambino è una spugna che assorbe il respiro delle foglie, il canto degli uccelli, lo schiudersi dei petali, lo scroscio del ruscello, la magia del bosco, non conosce e non teme il domani. L’adulto fa solo discorsi solenni, ha perso il piacere del gioco, non ha tempo per gli altri, è indifferente al paesaggio, soffre le emozioni dolorose, ha paura del domani.

Il bambino affida al gioco la sua fantasia, la sua competizione, cerca nell’abbraccio materno la pace del cuore e lo scudo contro il buio e le paure ancestrali. Lancia nel cielo di maggio il suo aquilone e gli affida i suoi sogni per il domani.

L’adulto sviluppa la ragione per la sua competizione e vede nemici ovunque, cerca e non sempre trova la famiglia che gli dà pace e sostegno, cerca e non sempre trova riparo dalle insidie e dall’angoscia. Lancia nel cielo i suoi lamenti di uomo ferito e – se gli riesce – prega per il suo domani.

C’è un momento in cui il mondo del bambino guarda intensamente al mondo dell’adulto e ne è attratto: è quando deve entraci dentro. Non vede l’ora. Ne sente il fascino, porta in dote l’innocenza

credendo di acquistare autorevolezza senza perdere nulla.

L’autorevolezza però è dura da conquistare e la scalata al mondo degli adulti prevede soste presso la delusione, l’incertezza, la sconfitta, il dolore, la scoperta delle emozioni e le domande sul mistero della vita. E soprattutto prevede la perdita dell’essere stati felici senza saperlo.

Quando il bambino ha attraversato il suo Rubicone e finalmente è entrato nel mondo degli adulti comincia ad affrontare le battaglie della vita e scopre che il mondo non è più a colori ma è in chiaroscuro, in bianco e nero: è fatto di storia e geografia, di gioia e dolore, di guerra e pace, di azione e reazione, di sorrisi e tristezza, di bene e male. E non c’è più il sostegno della mamma ad indicargli la strada, ma la sua coscienza. È entrato nel mondo degli adulti e comincia a guardarsi indietro e del bambino che era ed era stato restano solo ricordi, immagini, il baule dei suoi giocattoli in cantina. E cosi fino a quando il miracolo della vita non gli offre un’altra possibilità.

Infatti quando l’adulto diventa nonno, in lui si accende la lampada magica del cammino a ritroso: il ritorno al mondo del bambino che è stato e del bambino che gli è accanto, l’incontro della saggezza con la ritrovata innocenza. Allora scatta in lui il bisogno di comunicare a quel bambino, al suo nipotino, di vivere fino in fondo la sua innocenza e di restare fedele a sé stesso fino a quando non cambierà la sua voce e i suoi occhi non vedranno il vero volto del mondo senza favole. E sentirà il bisogno di dirgli di provare ad affrontare la vita ma di non rinunciare ai sogni, di non rinunciare a lanciare nel cielo il suo aquilone, di conservare anche dopo – da adulto – il suo pensiero bambino, il suo spirito bambino. Solo così quel petalo reciso – metafora della fanciullezza perduta – volerà libero nel cielo e andrà a rifiorire lontano”.

Graditissime ai presenti sono state le letture di alcuni pezzi del libro da parte di due splendide ragazze: Angela Pellegrino e Marianna Taormina che ci hanno fatto rivivere il nostro passato di bambini colmandoci di tanta nostalgia, ma con uno sguardo attento al presente e al futuro prossimo.

                                                           Principia Bruna Rosco

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